Il Conservatorio di Rovigo Francesco Venezze

Conservatorio di Rovigo Francesco Venezze

La genesi e disegno storico del Conservatorio di Rovigo, unitamente al dinamismo che ne ha contraddistinto i suoi protagonisti (generazioni di docenti, studenti, personale tecnico-amministrativo e figure dirigenziali), si trovano oggi “raccontati” nel volume, sostenuto dalla Fondazione Banca del Monte di Rovigo, “Sonore pietre … e vive” / Il Conservatorio Statale di Musica Francesco Venezze di Rovigo (collana I Tigli, 3, Accademia dei Concordi, Apogeo editore, Adria, ottobre 2019, pp. 228, ill., 21×21 cm). Un continuo intreccio di luoghi, storia, didattica e produzione – grazie anche a contributi di studio del passato e odierni – che nella loro complessità e interazione rappresentano l’Intero Conservatorio.

Il presente profilo storico costituisce, pertanto, una sola scheda sintetica delle istituzioni di formazione musicale che si sono succedute in circa un secolo nella città di Rovigo, avendo quale sede principale di accoglienza Palazzo Venezze, una villa monumentale donata nel 1911 alla comunità rodigina da Maria Venezze Giustiniani, figlia di Francesco Antonio (Podestà di Rovigo dal 1848 al 1864), affinché ospitasse “una importante istituzione cittadina a carattere permanente” e la mantenesse nel nome del padre. Ciò spiega anzitutto perché il Conservatorio di Rovigo non sia stato intestato ad una figura legata al mondo musicale.

Il Conservatorio Statale di Musica Francesco Venezze di Rovigo è sede primaria di alta formazione, specializzazione, ricerca e produzione in ambito artistico-musicale con l’obiettivo di preparare specifiche figure professionali nei settori formativi da esso declinati a livello compositivo, vocale, strumentale e didattico, sia nei valori culturali della tradizione occidentale, sia nei molteplici linguaggi espressivi della contemporaneità.
Il Conservatorio è dotato di personalità giuridica e ha autonomia regolamentare, artistica, didattica, organizzativa, amministrativa, finanziaria e contabile, nel rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana e della legislazione in vigore; esso consente a tutti i cittadini italiani, europei ed extraeuropei pari opportunità di accesso agli studi, favorendo così lo sviluppo musicale della comunità nazionale e internazionale.
La pubblicità dei risultati didattici attraverso diffuse forme di produzione e di ricerca rivolte al territorio con il quale il Conservatorio intrattiene un forte vincolo di appartenenza – anche attraverso accordi, collaborazioni e convenzioni con istituzioni pubbliche e private che ne condividano la vocazione culturale – conferisce continua linfa vitale al patrimonio musicale sia nel rinnovato proporsi della tradizione riletta secondo aggiornati canoni di studio storicamente informati, sia nel rinnovo generazionale dei giovani talenti, sia ancora nella creazione e applicazione di nuovi linguaggi.

Il Conservatorio si dota del proprio Statuto di autonomia e dei diversi regolamenti attuativi contemplati dalla Riforma, ma soprattutto i nuovi corsi richiedono spazi sempre maggiori e un arricchimento strumentale sia tradizionale, sia di avanzata tecnologia, possibili grazie ai contributi ministeriali e delle già menzionate Fondazioni. Il 26 ottobre 2009 è inaugurato il nuovo Auditorium; il 10 maggio 2019 esso è intitolato alla memoria di Marco Tamburini – jazzista di chiara fama scomparso prematuramente nel 2015. Il 27 marzo 2015 è restituita alla comunità la Chiesa di Sant’Agostino, affidata in comodato d’uso al Conservatorio, aula particolarmente idonea per concerti, incontri, lezioni, ma particolarmente dedicata ai laboratori dei richiestissimi corsi accademici di primo e di secondo livello di Musica applicata, che fungono anche da cabine di regia per le registrazioni professionali.
Sempre più intense sono le attività concertistiche e di promozione della cultura musicale attivate dal Conservatorio, che a livello didattico opera anche in stretta sinergia con la scuola media convenzionata Venezze, le quali – per citare solo le principali – possono essere suddivise per dimensione geografica anche a testimonianza delle dense relazioni istituzionali.

Il numero totale degli studenti si aggira annualmente sulle 700 unità comprendendo anche diverse presenze estere.